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Its legame con le imprese

Its stringe legame con imprese e borse di studio

Con la doppia operazione prevista nel Pnrr, maxi finanziamento una tantum pari a 1,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, e una riforma a tutto tondo per valorizzare il ruolo delle imprese, gli Its, gli Istituti tecnici superiori, sono pronti a spiccare il volo, dopo una lunga fase di “start-up”, che è andata molto bene. L’obiettivo, concordato con l’Europa, è quello di almeno raddoppiare il numero di iscritti, e per questa via – considerando che gli Its garantiscono un tasso di occupazione medio dell’80%, con punte del 90-100% in molti territori – iniziare ad aggredire il mismatch, cresciuto durante l’emergenza sanitaria, e a ridurre il tasso di disoccupazione giovanile, che ci vede agli ultimi posti nei confronti internazionali.

La riforma in dirittura d’arrivo

Con la riforma all’ultimo miglio in Senato si provano a superare una serie di criticità. Intanto, finisce l’era dei bandi annuali. D’ora in avanti, i finanziamenti agli Its (la riforma fa nascere un fondo ordinario, 68 milioni quest’anno, 48 a decorrere dal 2023) avranno «carattere di stabilità» legati a una programmazione triennale dell’offerta formativa. Stop poi alla proliferazione di Fondazioni Its: le nuove, cospicue e aggiuntive, risorse in arrivo con il Pnrr (la prima tranche entro giugno) dovranno andare a incrementare il numero di percorsi formativi, e quindi a vantaggio degli studenti (e non distribuiti a pioggia).

Il ruolo centrale delle imprese

Le imprese poi saranno perno degli Its. Almeno sotto quattro punti di vista. Primo: la docenza dovrà arrivare «per almeno il 60% del monte ore complessivo» dal mondo del lavoro. Secondo: stage e tirocini aziendali, quindi “pratica sul campo”, dovranno rappresentare «almeno il 35%» della durata del percorso, e potranno essere svolti anche all’estero e sostenuti da adeguate borse di studio. Terzo: la presidenza della Fondazione Its è, di norma, «espressione delle imprese fondatrici e partecipanti» (gli Its a guida imprenditoriale sono da sempre i più performanti, come certifica il monitoraggio annuale Indire). E quarto: per le aziende che investono negli Its è previsto un credito d’imposta del 30%, che sale al 60% se l’erogazione è fatta nelle province con maggior tasso di disoccupazione.

Semplificazioni e premialità

La governance viene in parte snellita e resta la quota premiale di risorse al 30 per cento. Si confermano i percorsi a doppia uscita: di norma quinto livello Eqf se di durata biennale (4 semestri), e, per specifiche esigenze formative, di sesto livello Eqf se triennali (6 semestri). Confermato anche il meccanismo di controllo: se per tre anni si prende una “pagella negativa” scatta la revoca dell’accreditamento (e quindi della possibilità di rilasciare diplomi e ottenere finanziamenti). Si apre poi agli Its multi regionali e multi settoriali (mantenere la “politecnicità” è quanto mai strategico, ovviamente in coerenza con le trasformazioni dell’industria). E ancora: per quanto riguarda il rapporto con l’università (per le passerelle) si prevede che venga disciplinato assieme agli atenei (e con le regioni – per tutti i provvedimenti attuativi è prevista l’intesa Stato-Regioni). E infine: dopo un’assenza di quasi dieci anni sta per tornare al ministero dell’Istruzione l’apposita direzione generale per l’Istruzione tecnica (dopo l’annuncio nei giorni scorsi del ministro Patrizio Bianchi si attendono ora le norme e maggiori dettagli).
«Con la riforma degli Its puntiamo a creare una cornice nazionale che li inserisca pienamente nel nostro sistema di istruzione – sottolinea Cristina Grieco, a capo della segreteria tecnica del ministro Bianchi, e che ha seguito passo passo il provvedimento -. Personalmente sono molto soddisfatta per il risultato raggiunto e in anticipo rispetto al cronoprogramma Ue, frutto di una condivisione di tutti, stakeholders, politica, forze sociali. È la prima riforma del Pnrr che arriva al traguardo: gli Its hanno dimostrato le loro potenzialità e capacità ma restano ancora poco conosciuti da studenti e famiglie. La riforma rende il sistema più solido, mantenendo la caratteristica di flessibilità e articolazione sul territorio. Adesso dobbiamo completare l’opera, con la riforma dell’orientamento e dell’istruzione tecnica e professionale. Un’offerta migliore, orientata anche ai nuovi fabbisogni formativi richiesti dalla transizione verde e da quella digitale, è determinante per gli studenti. Nei principali Paesi nostri competitor esiste da tempo una filiera formativa tecnico-professionalizzante. Ora anche l’Italia si mette al pari». E ciò a conferma, aggiunge il presidente della commissione Istruzione del Senato, Riccardo Nencini, «che si intende investire con determinazione nella crescita di un settore della conoscenza indispensabile per il nuovo mondo del lavoro».

La delicata fase attuativa

La riforma degli Its, una volta giunto il via libera da Palazzo Madama, dovrà tornare di nuovo alla Camera per l’ok finale. Che si annuncia rapido, come lasciano intendere, sostanzialmente in coro, Valentina Aprea (Fi) e Serse Soverini (Pd). Anche per Gabriele Toccafondi (Iv): «Siamo di fronte a una svolta che mette al centro gli studenti. L’obiettivo, ora, è aumentare i corsi mantenendo, e se possibile, innalzando, la qualità complessiva del sistema» (per questo è fondamentale il ruolo di Indire, che non va ridimensionato). Insomma, i prossimi passi saranno importantissimi. La riforma prevede 18 provvedimenti attuativi, che toccano argomenti chiave (dai requisiti agli standard minimi, dagli indirizzi sui finanziamenti al comitato nazionale, dove siederanno anche le imprese).
«La riforma degli Its è molto attesa – chiosa Guido Torrielli, presidente della rete Its Italy -. Gli Istituti tecnici superiori rappresentano un eccellente strumento per il rilancio del Paese. Adesso, si deve correre: una volta approvata la legge, bisogna essere rapidi nell’attuazione. Dobbiamo semplificare, superando la burocrazia, e spingere forte sull’orientamento. Solo così, e con un link sempre più stretto con imprese e territori, possiamo aumentare corsi e studenti» (e successo occupazionale).

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