Assunzioni nelle aziende

News: 5 Gennaio 2022 Più assunzioni nelle aziende

I dati Unioncamere-Anpal: in tre mesi pianificati 1,2 milioni di ingressi. Ma nel 38% dei casi il profilo non si trova.

Le imprese sono disposte ad assumere quasi mezzo milione di persone in questo mese di gennaio: 458 mila per la precisione. E 1,2 milioni nei primi tre mesi dell’anno. Lo prevede il bollettino periodico Unioncamere-Anpal che registra un balzo rispetto a un anno fa di 112 mila nuovi potenziali contratti su gennaio e 265 mila sul primo trimestre 2021. Positivo anche il confronto con dicembre: rispetto al mese scorso, si registrano 104 mila offerte extra (+29%) per tutti i settori economici tranne il turismo che sconta più di tutti le ristrettezze per la nuova ondata pandemica. Il problema è che per le aziende sta diventando ancora più difficile trovare il candidato giusto: in quattro casi su dieci, soprattutto operai, artigiani e tecnici, il profilo non si trova.

In testa alla ricerca di manodopera c’è l’industria, nonostante il rincaro delle materie prime e dell’energia, con 150 mila entrate previste a gennaio. Cercano soprattutto le imprese delle costruzioni (46 mila), mentre il terziario totalizza 307 mila offerte con in testa i servizi alle imprese (142 mila), seguiti da commercio (62 mila) e servizi alle persone (56 mila). Il turismo come detto fa invece segnare un calo del 14,6% nell’attivazione di contratti su dicembre.

Per quanto riguarda la forma contrattuale, prevale il tempo determinato con 181 mila proposte (+55 mila sul 2021), seguono i contratti stabili (116 mila, +26 mila sul 2021), quelli in somministrazione (70 mila, +20 mila), di collaborazione (19 mila, +6 mila), in apprendistato (17 mila, +3 mila) e altre forme alle dipendenze (11 mila, +6 mila) o autonomi (44 mila, -4 mila).

 

Se le offerte ci sono grazie all’economia in ripresa, anche se per lo più a tempo come accade da un anno, aumenta di 5 punti percentuali la difficoltà a reperire personale, raggiungendo il 38,6% delle entrate programmate. Questo significa che in quattro casi su dieci i posti esistono, ma restano vacanti perché senza candidature o con candidati inadatti.

La mancanza di candidati è il problema maggiormente segnalato dalle imprese (22,2%), seguito dalla preparazione inadeguata (13,4%). Un mismatch – disallineamento tra domanda e offerta di lavoro – non nuovo per il mercato del lavoro italiano. Ma che si sta cronicizzando. Il settore con più difficoltà è quello delle costruzioni (il 53,3% dei profili ricercati resta scoperto). Seguito dalle industrie del legno (53%), metallurgiche (52,5%), servizi informatici e tlc (51,9%).

Le figure più difficili da reperire sono i tecnici informatici e delle tlc (68,1%), gli operai e artigiani del legno (67,9%), i fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica (62,4%), gli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (62,3%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (61,9%). Per ovviare le imprese assumono figure con competenze simili (38,6% dei casi). E solo nel 17,2% dei casi sono disposte a offrire una retribuzione maggiore.