Riforma istituti tecnici e professionali, verso l’approvazione definitiva: testo andrà in Aula alla Camera. Respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione
Dopo mesi di sedute e interruzioni varie, la riforma degli istituti tecnici e professionali, che istituisce la filiera tecnologica professionale 4+2, vede vicina l’approvazione definitiva.
Infatti, nei giorni scorsi, il 3 luglio, mercoledì 3 luglio, la commissione Cultura alla Camera ha concluso la votazioni degli emendamenti, conferendo il mandato per l’aula al relatore, il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Roscani.
Come da previsione, sono stati respinti tutti gli emendamenti delle forze di opposizione, che avevano protestato già in Senato in seguito allo stesso esito.
“L’utilizzo dei termini ‘filiera’ e ‘addestramento’ nel Ddl Valditara sulla pericolosa riforma degli istituti tecnico-professionali è il manifesto ideologico del provvedimento. Ecco come la destra al governo pensa si debbano formare i nostri studenti: percorsi scolastici ridimensionati e impoveriti per creare lavoratori utili solo per soddisfare la necessità momentanea delle aziende private, ma completamente incapaci di seguire i continui cambiamenti che investono lo sviluppo economico-sociale e il mondo del lavoro. Questo Ddl è assurdo, frettoloso e incompleto”. Così il deputato Antonio Caso, capogruppo M5S in Commissione Cultura.
“Con la riforma degli istituti tecnici e professionali voluta fortemente dal Ministro Valditara, vogliamo avvicinare i giovani al mondo del lavoro che è in continua evoluzione e richiede figure sempre più specializzate e altamente competenti. La Lega sta portando avanti una grande rivoluzione della scuola e questa riforma è un importante tassello che si aggiunge all’innovazione degli ITS e a quello su cui stiamo lavorando con serietà e senso di responsabilità per rimettere al centro la scuola, gli studenti e il loro futuro. Stiamo offrendo una ragione in più ai ragazzi per scegliere gli istituti tecnici e professionali e francamente fa sorridere che discutere di tutto questo per i 5S sia una perdita di tempo”. Lo dichiara il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
Ma le regole difficilmente saranno operative a settembre
Tuttavia, appare molto improbabile che le nuove disposizioni della riforma possano essere operative già il prossimo anno scolastico. Infatti, come spiegato in precedenza, la riforma avrà bisogno di altri passaggi normativi per essere messa a terra entro il 31 dicembre 2024, come previsto dal Pnrr dopo un primo rinvio del traguardo inizialmente previsto per il 2023.
Per essere effettiva dopo la sua approvazione definitiva in Parlamento e l’entrata in vigore la riforma richiede, tra le altre misure, 2 decreti attuativi, di concerto con altri ministeri e previa intesa in Conferenza unificata.
Entro questo anno devono anche entrare in vigore le disposizioni per la sua efficace attuazione e si devono applicare tutte le misure relative.
Tra queste ultime c’è l’allineamento della riforma del 4+2 degli istituti tecnici e professionali alla riforma del sistema degli Its Academy (istituti tecnologici superiori).
Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del disegno di legge e previa intesa in Conferenza unificata, è previsto un decreto del ministero dell’istruzione, di concerto con il Mef, il Mur e il Lavoro, per definire i criteri di stipula degli accordi, le modalità di adesione alle reti o campus e le relative condizioni di avvio, le modalità di integrazione e di ampliamento dell’offerta formativa stabilite dagli accordi e le relative attività di monitoraggio e valutazione, l’individuazione del numero massimo di istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, istituzioni che erogano percorsi di istruzione tecnica e professionale e istituzioni formative accreditate dalle regioni, rispetto a quelle attive sul territorio regionale, coinvolte nella sperimentazione, fermo restando quanto previsto dalla riforma degli Its (sulla verifica e valutazione finali e certificazione dei percorsi formativi e dei relativi crediti e sui raccordi tra il sistema universitario, gli Its Academy e le istituzioni dell’Afam).
Ricordiamo che è già partita la sperimentazione del 4+2 avviata a gennaio scorso e alla quale da settembre altre scuole potranno decidere di aderire.
A proposito del 4+2, un ruolo importante, da ricordare, lo hanno le regioni che, attraverso gli accordi, possono aderire alla filiera tecnologico-professionale, assicurando la programmazione dei percorsi della filiera, e ne definiscono le modalità realizzative.
La riforma dei tecnici e professionali del 4+2,vedrà inoltre l’istituzione presso il Mim di una Struttura tecnica per la promozione della filiera tecnologico-professionale a partire dal 1 gennaio 2024: data che sarà necessariamente successiva all’entrata in vigore della riforma.
E non è finita: entro 90 giorni dall’entrata in vigore della riforma, un decreto del Mim deve istituire presso questa Struttura il Comitato di monitoraggio nazionale per la filiera formativa tecnologico-professionale.
Considerando tutti i passaggi appena elencati, dunque, appare una strada in salita che però, anche se dovesse essere percorsa potrebbe comunque non bastare. Per questo l’ipotesi più probabile è che la riforma sarà ormai posticipata al 2025/2026.
Cosa cambia con la riforma dei tecnici e professionali
La riforma vede, fra gli aspetti più rilevanti, l’introduzione del “campus”, una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e Its Academy, incentrata sulla centralità dello studente.
La proposta include anche la collaborazione a tempo determinato con docenti esterni, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare lacune di competenze tecniche.
Altro punto molto importante, su cui lo stesso Valditara si è più volte soffermato, è quello relativo al fatto che gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere ai percorsi formativi degli ITS Academy e sostenere l’esame di Stato presso l’istituto professionale assegnato, costituendo dunque il modello 4+2.
L’iniziativa mira all’adeguamento e all’ampliamento dell’offerta formativa, promuovendo i passaggi fra percorsi diversi e la certificazione delle competenze acquisite.
Si prevedono anche la promozione di accordi di partenariato per incrementare l’alternanza scuola-lavoro e i contratti di apprendistato, valorizzando le opere soggette a diritto d’autore e proprietà industriale realizzate nei percorsi tecnici e professionali.
I sistemi di formazione regionale possono aderire alla sperimentazione, validata dall’Invalsi per garantire una formazione equiparabile a quella statale. È un’opportunità che estende la possibilità per gli studenti di iscriversi non solo agli ITS, ma anche all’università.