Position Paper

POSITION PAPER

Position Paper per il sistema ITS Piano di sviluppo del sistema nazionale d’Istruzione Terziaria Professionalizzante

OBIETTIVO DEL DOCUMENTO
Dal 2011 ad oggi l’azione degli ITS ha generato effetti positivi e certificati tali da indurre il Governo ad includere questo sistema di istruzione terziaria professionalizzante nei piani strategici di sviluppo del Paese ed il Presidente Mario Draghi, nel suo discorso di insediamento, ne ha annunciato il potenziamento.

A tale fine, il PNRR ha allocato significative risorse ed è in corso l’iter legislativo parlamentare che ha già registrato l’approvazione del testo di legge alla Camera dei deputati.

Molto, tuttavia, resta ancora da fare per consolidare i risultati ottenuti e per consentire il pieno sviluppo dell’istruzione terziaria professionalizzante in Italia.

Nella prima parte del documento è indicato lo scenario di riferimento, nella seconda parte le azioni di miglioramento per lo sviluppo e nella terza i tre interventi urgenti e indifferibili.

SCENARIO DI RIFERIMENTO
Per una nuova competitività, tra competenze digitali e soft skills

Per mantenersi competitive nel mercato globale, le imprese italiane devono diventare sempre più efficienti, innovandosi a livello tecnologico e migliorando costantemente i modelli di organizzazione del lavoro. Una sfida economica, ma prima di tutto culturale. Per coglierla e non rimanere indietro rispetto ai competitors globali, alle aziende occorrono nuove figure professionali dotate di adeguate soft skills e, al tempo stesso, di spiccate competenze tecniche, con particolare riguardo a quelle digitali, in grado non solo di “pensare” il lavoro ma anche di organizzarlo e svolgerlo in modo efficiente, gestendo tutti i processi in modo nuovo e più efficace.

Per sostenere le aziende in questo percorso di innovazione e di ripresa, vitale per l’intero Paese, occorre un progetto nazionale che metta al centro il sistema di istruzione tecnica in una logica di filiera, integrando IeFP, Scuole, ITS, Università e Imprese in una visione di lungo respiro. Un progetto che attinga a risorse nazionali, regionali e comunitarie per aggiornare strumenti tecnologici, docenti, programmi e metodi didattici. In questo modo si potranno valorizzare e riqualificare i percorsi di istruzione, redendoli adatti a formare le coscienze dei giovani, ma anche a dotarli delle nuove competenze sociali e professionali più attuali per affrontare i contesti dinamici e complessi in cui viviamo, anche in ambito lavorativo.

Guardando alla quarta rivoluzione industriale ormai in atto e alla crisi pandemica che ha messo a dura prova l’intero sistema produttivo ed economico, è fondamentale chiedersi: “Quali possono essere i nuovi mestieri e i nuovi ruoli tecnici professionali su cui investire per aumentare la qualità della formazione, il livello di occupazione e rendere più competitivo il Paese?”

La necessità di un percorso formativo dinamico e integrato con al centro il sistema ITS

La Scuola secondaria ha il fondamentale compito di “educare” le giovani generazioni. A lei spetta la formazione delle intelligenze e l’incremento generale del livello culturale, basi indispensabili per acquisire le conoscenze scientifiche, tecnologiche e digitali.

Le Università – per parte loro – sono chiamate a formare quelli che Federico Butera definisce “architetti multidisciplinari dei sistemi socio-tecnici”, quei profili di massimo livello che, in particolare riguardo alle lauree STEM, sono capaci di concepire, integrare, ingegnerizzare modelli, obiettivi, tecnologie, processi, ecc.

Da parte loro, gli ITS, gli Istituti di istruzione terziaria professionalizzante, hanno il compito di formare i tecnici specializzati che gestiranno sistemi e processi ad alta complessità, per lo più digitalizzati, integrando progettazione, tecnologie ed organizzazione. Figure chiave che si inseriscono nei processi aziendali con competenze adeguate perché trasferite direttamente dalle imprese. Di fatto gli ITS già integrano nei propri percorsi educativi le imprese, le quali, da una parte sono socie delle Fondazioni ITS e, dall’altra, tramite i propri manager e tecnici, erogano il monte ore prevalente della didattica.

Dopo una fase di start up durata 10 anni, ora però, monitorati i risultati e verificata l’efficacia, è giunta la necessità di consolidare e stabilizzare l’intero sistema attuando un progetto capace di posizionare gli ITS a pieno titolo nell’ambito dell’istruzione terziaria del Paese ed al contempo di rimuovere condizioni ostative quali la precarietà dell’assetto normativo, logistico ed organizzativo e l’incertezza dei flussi finanziari.

Un progetto ambizioso, che punta a rafforzare l’identità degli ITS e a favorirne la governance e la capacità di programmazione pluriennale, agevolando maggiori sinergie con le imprese, i diversi Ministeri e le Regioni, armonizzando istruzione, politiche di sviluppo economico, politiche sociali e attive del lavoro, nel rispetto delle competenze nazionali e regionali e della necessaria autonomia delle singole Fondazioni.

Esistono già modelli europei vincenti. In Germania e in Francia, per esempio, l’offerta formativa terziaria si integra in modo articolato e complementare con l’Università, proponendo percorsi professionalizzanti a ciclo breve e creando profili differenziati.

Ciò può avvenire anche in Italia. Occorre, però, inserire gli ITS in un disegno di filiera condiviso, prevedendo anche “passerelle” che consentano agli alunni, se interessati, di proseguire i loro percorsi formativi nelle Università, favorendo e incentivando al contempo la confluenza di coloro che non completano gli studi universitari negli ITS. Così si potrà garantire ai giovani un percorso formativo più dinamico ed aperto, superando logiche autoreferenziali e mettendo davvero i diversi sistemi d’istruzione al servizio della collettività e dell’interesse comune. L’istruzione tecnica superiore potrà diventare un vero fattore di accelerazione per la ripresa e la competitività delle imprese con l’obiettivo di incrementare significativamente la percentuale di giovani che conseguono un titolo terziario, che ad oggi è una delle più basse d’Europa.

Il ruolo chiave degli ITS nella rivoluzione digitale ed ecologica

In particolare, gli ITS possono essere un fattore determinante nel processo di digitalizzazione e di transizione ecologica del Paese stimolando l’aumento dell’occupazione con la creazione di nuove figure professionali. Questo grazie alle loro caratteristiche peculiari, che li differenziano dagli altri sistemi di istruzione formativi.

Gli ITS, infatti, sono:

• data driven: la partecipazione attiva e costante delle imprese nella progettazione dei percorsi formativi offre agli ITS una prospettiva privilegiata da cui leggere il mercato e i suoi fabbisogni occupazionali e formativi;
• dinamici: ogni anno l’offerta formativa viene revisionata con grande flessibilità in funzione dei fabbisogni e dei processi di innovazione e il ciclo formativo di breve durata consente il rapido inserimento lavorativo nel settore;
• misurabili: il costante lavoro di monitoraggio e valutazione consente una puntuale analisi qualitativa dell’operato delle Fondazioni e l’attivazione di processi di supporto e revisione da parte delle istituzioni (MI, Regioni etc.);
• “glocal”: in un mondo globalizzato le Fondazioni sono fortemente radicate sul territorio e permettono di connettere i bisogni delle PMI locali con i temi globali della rivoluzione digitale e ambientale;
• economici: il costo annuo medio per allievo da unità di costo standard è di € 6.600 annui e risulta inferiore agli altri sistemi terziari. LE AZIONI DI MIGLIORAMENTO PER FAR CRESCERE IL SISTEMA ITS

Un programma articolato e graduale per valorizzare l’istruzione tecnica e accelerare la ripresa

Nonostante gli evidenti punti di forza, il sistema italiano di istruzione terziaria professionalizzante è rimasto sostanzialmente in una fase di start-up prolungata sia per alcuni limiti normativi di inquadramento e funzionamento che di precarietà finanziaria che non hanno consentito di svilupparne appieno il potenziale.

Per realizzare questo percorso, decisivo per il Paese, le risorse previste dal PNRR nazionale rappresentano un’occasione unica. Per valorizzarle e ottimizzarle al massimo, occorre istituire una cabina di regia che coinvolga attivamente anche l’associazione delle Fondazioni ITS e programmare gli investimenti secondo due indirizzi principali: rafforzare le infrastrutture delle Fondazioni italiane (sedi, laboratori, dotazioni, ecc.) e incrementare i percorsi formativi, puntando progressivamente all’aumento dei corsi e degli allievi ma non delle Fondazioni, evitando soprattutto che quest’ultime diventino un fine per intercettare risorse temporanee piuttosto che un mezzo per lo sviluppo del Paese. Contestualmente si dovrà attuare una massiccia opera di orientamento e promozione del sistema ITS, ad oggi ancora poco conosciuto, per renderlo attrattivo per i migliori talenti.

Il quadro normativo che disciplina attualmente gli ITS è disorganico e inadeguato. Occorre, pertanto, agire in modo coerente e unitario sulle problematiche strutturali:

1. Inquadramento normativo

Va razionalizzato il quadro normativo definendo un posizionamento appropriato degli ITS nel sistema dell’istruzione terziaria che implichi anche un’unità di gestione ministeriale dedicata all’istruzione tecnica superiore. Va garantita continuità e certezza delle risorse finanziarie definendo al contempo l’assetto organizzativo di base ed i livelli essenziali delle prestazioni. Da valorizzare anche i rapporti interistituzionali con altri Ministeri e i principali Stakeholder per il raccordo con le policy di sviluppo del Paese e la loro attuazione. Al contempo, è prioritario preservare gli elementi di autonomia e governance aziendale, flessibilità curriculare, didattica, organizzativa ed in generale statutaria, che già ne caratterizzano il funzionamento e ne determinano l’efficacia. Necessario anche accelerare il riconoscimento del titolo di studio per garantire adeguato accesso ai concorsi e ai CCNL.

2. Rapporti con le Università

Le divergenze con il sistema universitario sono ancora irrisolte e generano, laddove non c’è programmazione e coordinamento, sovrapposizioni di competenze con le lauree professionalizzanti di recente implementazione. I criteri per il riconoscimento dei crediti formativi per il passaggio degli studenti dagli ITS alle Università non sono ancora effettivi e organici, malgrado sia previsto nella Legge 107/2015, e non è definita una policy organica per il recupero nei percorsi ITS dei drop out universitari. In questo contesto è opportuno favorire l’integrazione e la complementarietà del sistema d’istruzione definendo ambiti di competenza non sovrapponibili fra ITS e Università: i primi sono deputati alla formazione di tecnici che operano direttamente sui processi e sul prodotto, con elevata expertise in ambito digitale e tecnologico, mentre le seconde sono destinate a formare profili orientati alla ricerca, innovazione, progettazione, attuazione e supervisione di sistemi complessi, con competenze multidisciplinari in area STEM e con percorsi professionalizzanti indirizzati alle professioni ordinistiche che richiedano l’iscrizione ad albi professionali (es. periti industriali). La definizione dei perimetri di azione di ITS e Università deve essere completata, creando “passerelle bidirezionali” per evitare la dispersione dagli studi e favorire la fluidità dei percorsi post-diploma dei giovani.

3. Rafforzamento della filiera di istruzione tecnica e professionalizzante

Da perseguire incentivando l’istruzione tecnica e professionale secondaria di secondo grado e includendo i corsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP); prevedendo anche percorsi di istruzione tecnica terziaria che includano il rinforzo delle competenze di base.

4. Comunicazione

Il livello di notorietà e di conoscenza del modello ITS è complessivamente molto basso: le azioni di comunicazione realizzate finora risultano del tutto insufficienti. Occorre agire a livello nazionale per far conoscere il modello ITS, in particolare ai docenti, agli studenti delle scuole secondarie e alle loro famiglie.

Si tratta di attuare un efficace piano di comunicazione nazionale e promuovere iniziative che prevedano un format di orientamento coordinato fra Ministeri, Regioni, Associazioni di imprese, Uffici scolastici regionali, e che includano la formazione degli insegnanti della scuola secondaria nel ruolo di orientatori, Inoltre, è necessario coinvolgere nelle azioni istituzionali di comunicazione e nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, oltre agli istituti tecnici e professionali, anche i licei, in particolare i licei scientifici. 

5. Gestione Finanziaria e programmazione

la situazione attuale presenta alcune importanti carenze:

i finanziamenti ordinari sono esigui sia rispetto alle esigenze di investimento in tecnologie sia rispetto agli obiettivi numerici di studenti; così come sono insufficienti le dotazioni finanziarie destinate a laboratori, attrezzature e sedi;

• i criteri di assegnazione delle risorse affidati a bandi annuali a valere sul FSE, in diversi casi, sono tardivi e disorganici e non permettono un’efficace programmazione pluriennale, rendendo precaria l’offerta didattica;

i finanziamenti FSE e i relativi regolamenti regionali, spesso disomogenei fra le diverse regioni, generano una sovrastruttura onerosa e ridondante per le attività di rendicontazione.

È necessario garantire la programmazione pluriennale attraverso l’emanazione di norme che assicurino la certezza e la congruità delle risorse finanziarie, stabilizzino i flussi e superino la logica del bando.

Sarebbe, inoltre, opportuno:

• costituire un fondo apposito e temporaneo destinato a Fondazioni con potenziale di sviluppo ma che necessitano di assistenza tecnica;

• ripristinare le modalità di assegnazione diretta dal Ministero dell’Istruzione alle Fondazioni ITS della quota di risorse finanziarie premiali, come avvenuto sino al 2018 sulla base della valutazione e del monitoraggio nazionale.

6. Organizzazione

In assenza di indicazioni specifiche, parallelamente al superamento dell’incertezza sulle risorse, è necessario definire i requisiti e gli standard minimi operativi ed organizzativi e i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per il riconoscimento e l’accreditamento degli ITS.

7. Integrazione con le policy nazionali

Oggi, il sistema ITS non è sufficientemente integrato e allineato con le politiche nazionali di sviluppo industriale.

È fondamentale allineare ed armonizzare le politiche nazionali di sviluppo industriale del MISE con le politiche di formazione del capitale umano e del lavoro. Gli ITS, per le loro caratteristiche di flessibilità e velocità esecutiva, possono inoltre costituire un valido supporto alle diverse politiche nazionali, con particolare riguardo ai piani di assunzione della pubblica amministrazione e alle competenze digitali.
Questo comporta:

• favorire politiche attive del lavoro per realizzare curricula dell’istruzione tecnica superiore coerenti con i piani di sviluppo del Paese, offrendo ai giovani opportunità di crescita e alle imprese e agli enti le competenze tecniche necessarie;

• potenziare il percorso di apprendistato di terzo livello;

• incentivare i Campus Tecnologici e i Centri di Trasferimento Tecnologico;

• creare interazione con i fondi interprofessionali e la formazione degli adulti.
I lavori parlamentari in corso stanno già fornendo risposte significative alle esigenze sin qui esposte ma sono necessari ulteriori interventi che consentano di realizzare il disegno complessivo riportato nel presente documento.

LE TRE AZIONI URGENTI E INDIFFERIBILI

Non tutte le azioni sopra proposte potranno essere attuate in tempi rapidi, ma tre azioni sono imprescindibili e devono essere attuate urgentemente:

1. Istituire una direzione tecnica ministeriale dell’istruzione terziaria professionalizzante e un’unità di coordinamento fra i diversi attori del sistema terziario (Ministeri, Regioni, rappresentanti delle imprese e del sistema ITS). In alternativa, creare strutture adeguate per competenze e organico, in grado di supportare i piani di sviluppo definiti da Parlamento, Governo e Regioni.

2. Progettare e attuare il PNRR – ITS: Rete ITS Italia può contribuire per esperienza sul campo e competenza a definire un piano per ottimizzare l’utilizzo di 1,5 miliardi di Euro, stanziati dal PNRR per lo sviluppo ed il potenziamento del sistema ITS, che si articoli sugli interventi prioritari:

• aumento del numero degli iscritti ottenuto con una capillare campagna di comunicazione degli ITS;

• adeguamento delle infrastrutture: aule, laboratori, dotazioni tecnologiche, ecc.;

• azioni di sistema per la formazione dei formatori e progetti di assistenza tecnica;

• potenziamento e ampliamento delle infrastrutture di supporto centrali (banca dati, community per le diverse reti di area tecnologica, ecc.); • incremento del numero dei corsi e degli studenti;

• avvio di percorsi curriculari progettati a supporto dei piani nazionali di sviluppo.

3. Completare l’iter di legge in tempi brevi inserendo misure volte ad un effettivo superamento del bando ed a un reciproco equo riconoscimento in ambito terziario fra sistema universitario e ITS, adottando al contempo una moral suasion e definendo delle condizioni di avvio e finanziamento che limitino l’apertura di nuove Fondazioni solo ai casi di reali, documentate e contingenti esigenze di sviluppo territoriale. Ciò per evitare una parcellizzazione ed un “nanismo” delle strutture formative che determinerebbe una riduzione dell’efficacia e dell’efficienza.

CONCLUSIONI

Lo sviluppo del sistema ITS è strategico per le imprese e per la competitività del Paese. L’attuazione delle attività proposte nel presente documento consentirà di far conseguire all’Italia una maggiore omogeneità con i sistemi formativi professionalizzanti adottati dai maggiori paesi europei.Molte sono le cose da fare: alcuni cantieri sono già avviati, ma è importante la visione complessiva di sistema per cogliere, in tempi brevi, le opportunità offerte dal PNRR. Associazione Rete Fondazioni ITS ITALIA L’associazione Rete Fondazioni ITS Italia (Rete ITS Italia) è stata costituita il 21 marzo 2018 e attualmente associa 82 Fondazioni ITS operanti sul territorio nazionale. Lo scopo dell’associazione è quello di promuovere la crescita del Sistema ITS per favorire l’occupazione qualificata dei giovani e soddisfare il fabbisogno di personale tecnico altamente specializzato espresso dalle imprese e dalla pubblica amministrazione, incrementando pertanto il livello di competitività del Paese.